Chissà che ne pensa Matteo Salvini del risultato viterbese, dopo che si è speso per venire a fare campagna elettorale l’ultimo giorno utile, quello decisivo, dando modo al centrodestra di inscenare la migliore rappresentazione politica dell’anno: piazza del Teatro piena all’inverosimile come ai tempi di Berlusconi.
Devono probabilmente essergli sembrati un po’ pochini quei 500 voti di scarto tra Arena e la Frontini e forse l’avrà già detto – pane pane e vino al vino, come è abituato a fare – al senatore Umberto Fusco, che – hai voglia a dare la colpa al candidato a sindaco – già al primo turno non aveva portato a casa il lauto bottino che tutti, dentro il Carroccio, vaneggiavano.
Avendo, la politica locale, perso contatto con il territorio – è così, anche se tutti lo negheranno – e avendo soprattutto fornito prove non esaltanti in passato, non basta evidentemente mettersi al traino dell’uomo forte che tira a livello nazionale. Per cui – ma questo Salvini lo a bene – se la Lega prende voti alle politiche è perché la gente vota lui e non perché sul territorio le cose vadano particolarmente bene.
Fatto sta che il Carroccio adesso giocherà comunque un ruolo decisivo all’interno della nuova amministrazione comunale, ma ciò non significa che non debba da subito, per evitare brutte sorprese in futuro, mettersi al lavoro, se ne è capace, per raccontare ai viterbesi tutta un’altra storia.