Non se l’aspettava, Francesco Bigiotti, sindaco di Bagnoregio, di ritornare a casa con le pive nel sacco. Gli era successo già altre volte nel corso della sua ormai lunga carriera politica – sì: lunga, a dispetto dell’immagine nuova che cerca di far passare – ma stavolta pensava, o così gli avevano fatto credere, che le cose sarebbero andate diversamente. Epperò ci hanno pensato gli elettori a mandargli in fumo l’ennesimo sogno di gloria, infranto lunedì notte contro quelle 500 e passa schede che Chiara Frontini non è riuscita a rimontare.
Bigiotti ha militato e milita nel centrodestra, ma, sotto la promessa di un assessorato, alle regionali ha appoggiato la sinistra di Zingaretti. Il salto nei piani alti del potere non gli è riuscito, peccato, esattamente come qualche anno fa, quando aveva chiesto al centrodestra di candidarsi al Parlamento. Sulla sua strada stavolta ha trovato la panunziana Alessandra Troncarelli e due assessori per la provincia di Viterbo sarebbero stati davvero troppi. Sposando la causa della Frontini – lei era in cerca di una chiave per entrare in Regione se fosse diventata sindaco – ha immaginato che, fuori tempo massimo, sarebbe riuscito a rientrare dalla finestra autonominandosi – sicuramente con il tacito benestare dell’entourage del presidente – ambasciatore di Viterbo dentro il Consiglio e gli assessorati regionali.
Gli è andata male e la sua carriera politica, se continuerà, avrà bisogno di far dimenticare il passato, che l’ha visto, lui di centrodestra, passare, come Filippo Rossi, da destra a sinistra nella vana certezza di essere capace di cogliere l’attimo fuggente.