Qualcuno dirà che si tratta dei soliti veleni della campagna elettorale. Può darsi, fatto sta che, per dovere di cronaca, non possiamo non dare una notizia, che gira in questi giorni in alcuni ambienti, riguardante gli incarichi di consulenza ottenuti nel mondo della scuola da Fabio Cavini, compagno e spin doctor di Chiara Frontini. Vengono fatti circolare i contratti sottoscritti in qualità di esperto esterno per la programmazione europea e in qualche caso a supporto delle attività di lui compare anche la stessa Frontini.
Sempre per dovere di cronaca va detto che si tratta di incarichi di poche migliaia di euro. E di fatto, non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che, a quanto sostengono coloro che stanno mettendo in circolazione i contratti, spedendoli alle redazioni dei giornali, l’arruolamento di Cavini, per una questione di trasparenza, sarebbe dovuto avvenire tramite un avviso pubblico. Il che invece non risulterebbe. Non risulterebbe ad esempio alcun avviso pubblico alla scuola Sacconi di Tarquinia, dove qualche anno fa è stato assegnato a Cavini un insegnamento di 20 ore rivolto ai docenti. Oltretutto, “dal curriculum – si fa notare – depositato 20 giorni prima presso un altro istituto non si evince nessun titolo accademico, così come manca un’esperienza pluriennale”. Cavini dallo stesso istituto avrebbe ottenuto altri incarichi negli anni a seguire, fino ad arrivare ad incarichi a Civitavecchia. A Viterbo avrebbe invece avuto incarichi dalla Vanni.
Veleni della campagna elettorale, come detto, dato che la notizia emerge solo ora. Tuttavia, nella sostanza il problema, se le cose stanno così, ci sarebbe comunque. “Mi chiedo – dice chi sta mandando il materiale nelle redazioni – come sia possibile che un istituto statale possa identificare in una persona con titoli dubbi l’esperto in materia. Si fa un gran parlare di meritocrazia e titoli, ma qui non mi sembra che le cose siano andate cosi. E se tanto mi dà tanto non vorrei che questa fosse la professionalità di qualcuno se andrà a governare la città”.