Nonostante gli annunci trionfalistici della Regione, affidati in provincia di Viterbo ai comunicati stampa di Enrico Panunzi, i disservizi nella sanità sono sempre all’ordine del giorno, come dimostrano ad esempio le continue proteste sulle liste d’attesa. Per questo la redazione de Il Viterbese lancia un appello al nuovo ministro della salute Giulia Grillo tramite una lettera aperta.
Ministro, non possiamo non apprezzare le sue prime prese di posizione quando ha messo il dito nella piaga della sanità a due velocità, evidenziando la situazione del Sud fatta di viaggi della speranza e liste di attesa infinite.
Ci permettiamo di darle un consiglio: per capire come vanno le cose, non bastano i report numerici forniti dalle Regioni. Occorre piuttosto compiere verifiche autonome nelle realtà che vanno peggio, per evitare che le Regioni, che nominano i direttori delle Asl, si auto assolvano o raccontino che tutto migliora. Non è infatti così se il miglioramento riguarda solo prestazioni e servizi superflui e marginali.
In questo contesto vogliamo segnalarle l’Azienda sanitaria di Viterbo per tre elementi che dovrebbe approfondire. 1) Lavori di completamento dell’ospedale di Belcolle perennemente in ritardo, continuamente rinviati: la struttura esistente in parte non è ancora a norma, non è stato abbattuto il rischio sismico e permangono gravi disservizi per i cittadini. 2) Mobilità passiva a livelli altissimi, viaggi della speranza per ricoverarsi in altre strutture pubbliche, senza contare i privati, soprattutto assicurati, che le cure se le pagano di tasca propria. La mobilità passiva nella Tuscia è del 25% superiore a quella di tutto il profondo Sud. Un dato anomalo è sconfortante che merita di essere approfondito. Molti attribuiscono tutto ciò ad una programmazione aziendale troppo interconnessa con le vicende politiche del posto e con le carriere di chi, oltre che praticare la professione medica, fa anche il politico. Da ciò derivano promozioni decise più che per merito per transumanze politiche. 3) Le ultime elezioni hanno visto la presenza di due liste della Asl, frutto di questa situazione. A Viterbo ci sono unità complesse che non servono ed unita dipartimentali uniche nel panorama italiano: incrociando programmazione, scelte politiche e dati statistici capirà il perché delle liste di attesa infinite che penalizzano i pazienti, costretti o a pagare l’intramoenia o a rivolgersi ai privati.
Si evidenzia dunque una situazione troppo anomala per una piccola provincia qual è quella di Viterbo. Da segnalare, in questo quadro, degli arresti avvenuti per assenteismo presso il reparto trasfusionale. La Asl risulta attenzionata da varie autorità con indagini su trattamento e gestione del personale e forniture.
La Asl di Viterbo sembra il protettorato del locale potere regionale. Le invieremo gli articoli che renderanno conto delle ingerenze e delle interferenze costanti della politica sulla sanità in fase elettorale, ingerenze ignorate dalla direzione generale nonostante le segnalazioni.
E’ tutto questo che spiega i dati drammatici e la protesta dei cittadini. Viterbo non può avere la sanità peggiore del Lazio, non può essere tra le ultime quattro province d’Italia come sta evidenziando da tempo il Sole 24 Ore. Contiamo in un suo intervento.