Quattro artisti contemporanei legati da una grane spiritualità e quattro località lungo la Via Francigena (ex Terme Inps, Fossato Callo a Vetralla, Parco archeologico di Sutri e piattaforma lancio deltaplani nella Riserva del lago di Vico) da ricongiungere per aprire ai pellegrini nuovi orizzonti contemplativi. E’ l’obiettivo de “Lo spazio del cielo”, uno degli otto progetti vincitori del bando regionale “Arte sui cammini” per un finanziamento di circa 150 mila euro. I cantieri partiranno a settembre per aprire entro aprile 2019.
L’ideazione e il coordinamento del progetto è dei Cantieri dell’Arte di arci. “La chiave di volta – spiega Marco Trulli – è la contemplazione, parola che deriva dal latino cum templume che vuol dire nel mezzo dello spazio del cielo. Per gli àuguri etruschi questo spazio, riprodotto sul terreno per identificare dei luoghi dove compiere sacrifici per gli dei, rappresentava un luogo sacro. Ecco perché il cielo è il campo di osservazione verso cui tende questo progetto. Le opere, inserite nel contesto paesaggistico in maniera discreta e armonica, orientano il passo del pellegrino, illuminano il percorso come lanterne e segnano sempre un confine, l’inizio di una nuova fase del cammino, inteso come interpretazione e contemplazione del paesaggio”.
Punto di partenza sono le ex Terme Inps, uno dei primi edifici, oggi in stato di abbandono, che si incontra lungo l’originario tracciato della Francigena. Il luogo è stato scelto per l’intervento dell’artista Alfredo Pirri, “Lanterna Termale”: il piccolo casotto d’ingresso verrà trasformato in una lanterna accesa. Questo comporterà la risistemazione dei locali, la sostituzione degli infissi, un lavoro sulle vetrate e l’introduzione di un sistema di
accensione automatizzato dell’illuminazione interna. A Vetrallaci sarà, invece, l’opera di Elena Mazzi: una lastra in peperino elevata tramite piedistalli ad altezza della mano, un invito a essere toccata dai pellegrini. La striscia in pietra verrà intagliata in modo da riproporre la stratificazione dei paesaggi della Francigena, mixando informazioni scientifiche, ottenute dai rilievi con l’esperienza che l’artista avrà dei luoghi. Il progetto prevede il recupero dell’area del Fossato Callo, a cura dell’Orto Botanico dell’Università della Tuscia. Terzo snodo è la “Torre Tuscia” di Teodosio Magnoni all’interno del Parco archeologico di Sutri: un elemento verticale trasparente che, attraverso le bucature disegnate dall’artista, si amalgama con il paesaggio. Un segnale piantato sul crocevia di diversi percorsi francigeni, in procinto di lasciarci alle spalle l’area archeologica di Sutri. La struttura ad anello de “Lo spazio del cielo” ci porta, infine, nell’area del lago di Vico, proprio al margine tra il territorio di San Martino al Cimino e Caprarola. Qui il progetto di Matteo Nasini crea un punto d’ascolto nel bosco attraverso una serie di quattro sculture (delle forme ibride che escono dal terreno) che funzionano come risuonatori eolici; uno spazio acustico in cui sostare a contemplare il lago e il paesaggio, soffermandosi sul “concerto” della natura.