Sul trasferimento della Centrale operativa dell’Ares 118 a Rieti, deciso dalla Regione, nessuna parola da parte del consigliere viterbese Enrico Panunzi, che, espressione diretta della maggioranza di Nicola Zingaretti alla Pisana e regista dell’operazione che ha portato a nominare Alessandra Troncarelli assessore alle politiche sociali, sarebbe chiamato a spiegare dettagliatamente ai viterbesi quanto sta accadendo.
Nessuna parola neanche dalla consigliera Silvia Blasi – probabilmente “allineata e coperta” a causa degli accordi fatti dal M5S con il governatore del Lazio – lei che una volta era sempre pronta a sollevare polveroni ad ogni decisione che venisse presa alla Pisana.
Ma è da Panunzi, in ogni caso, che i viterbesi si attendono una presa di posizione che stigmatizzi la “dipartita” di questo servizio così importante dalla provincia di Viterbo, che, lo ricordiamo, per estensione e numero di abitanti, è il doppio di quella di Rieti. Panunzi dovrebbe spiegare ed opporsi per due ordini di motivi: primo perché è lui l’unico rappresentante vero del territorio, tale diventato, come si ricorderà, per aver arbitrariamente impedito l’entrata in Consiglio regionale di un’altra rappresentante della Tuscia (i cui voti gli sono però serviti per assicurarsi il posto); secondo perché è il regista occulto della lista della Asl che candida a sindaco Francesco Serra. Non è dunque possibile che proprio lui, così vicino (fin troppo ad onor del vero) al mondo della sanità, faccia finta che il problema non esista.
Tra l’altro, quando già lo scorso anno s’erano avute le prime avvisaglie di questo trasferimento (ma all’epoca si parlava ancora di Magliano Sabina e non di Rieti capoluogo) era stato proprio Panunzi a sostenere che non c’era nulla di deciso trattandosi di un provvedimento da non mandare in porto per le ricadute negative che si sarebbero avute nella Tuscia.
Di fronte a questa situazione, le responsabilità politiche dell’ex sindaco di Canepina non possono dunque essere nascoste né dalle testate giornalistiche amiche, cosa che si sta effettivamente verificando, né da quel generale clima di silenzio che molti rappresentanti istituzionali del territorio (sindaci in primis) avallano per “paura” della Regione.