La Asl di Viterbo fa sapere di aver avviato un audit, ovvero una verifica interna, per capire quello che è accaduto all’interno dell’Spdc di Belcolle, il servizio psichiatrico di diagnosi e cura dove era stato temporaneamente ricoverato Stefano Pavani, il 31enne ritenuto l’assassino di Daniele Barchi, in attesa di essere trasferito in un Rems dove avrebbe dovuto finire di scontare una pena per precedenti reati.
Pavani sarebbe fuggito dal reparto nei giorni scorsi nascondendosi chissà dove. Forse nello stesso appartamento della vittima, al civico 16 di via Fontanella del Suffragio, nel centro storico. Barchi potrebbe avergli offerto ospitalità dietro un corrispettivo di denaro, viste le condizioni di indigenza in cui si trovava. La Asl intende quindi ricostruire la vicenda e accertare se ci siano state eventuali responsabilità all’interno del reparto.
Un reparto che da tempo è oggetto di attenzione da parte dei sindacati a causa della mancanza di personale. Attualmente in forza all’Spdc ci sono solo 13 operatori, la maggior parte dei quali donne. Di qui le ripetute richieste di un potenziamento del personale in forze a una delle strutture più a rischio dal punto di vista della sicurezza e dell’incolumità degli stessi operatori in considerazione della particolare tipologia di pazienti ospitati.