Medici e professionisti della sanità grandi protagonisti di queste elezioni comunali. Se ne contano 19 (su 32 candidati) in una delle due liste di Francesco Serra – non a caso soprannominata lista della Asl – ma in particolare sono medici due aspiranti sindaci su otto: appunto Serra, e Claudio Taglia che concorre per Casapound.
Viterbo, in verità, è da sempre particolarmente sensibile ai camici bianchi, probabilmente perché qui nel Lazio la sanità è più permeata di politica che in altre Regioni, ma a ben guardare è anche la città che registra, proprio per l’eccessiva presenza di “personale sanitario” all’interno del palazzo, i problemi maggiori nel funzionamento degli organi istituzionali, Consiglio comunale e commissioni.
Insomma, ferma restando la libertà di ognuno di candidarsi a cosa vuole, quella dei “dottori” è una categoria tanto presente nelle liste quanto assente una volta che, terminata la campagna elettorale, si tratta di mettersi a lavorare. Prendete Patrizia Frittelli, stimato chirurgo eletto nel 2013 con Michelini e stavolta accorsa in aiuto proprio di Serra: moltissime le sedute che è stata costretta a saltare in questi 5 anni per impegni professionali improrogabili (giustamente) con ripercussioni evidenti alcune volte sulla tenuta numerica della maggioranza; e altrettanto numerose le polemiche che ne sono scaturite sia all’interno che all’esterno della compagine di governo.
Detto ciò, ve li immaginate Serra e Taglia nelle vesti di sindaco? Se, nell’ipotesi (remota stando ai possibili flussi elettorali) che venissero eletti, non dovessero rinunciare alla professione (circostanza più che plausibile visto che parliamo di due professionisti “importanti” per Belcolle), come farebbero a conciliare il Comune con l’ospedale? Ve li immaginate gli appuntamenti da far saltare o rimandare, da anticipare o posticipare, o da spostare a data da destinarsi? Roba da mettere in crisi un ufficio con dieci segretarie. Ma anche da semplici consiglieri non andrebbe meglio se è vero che – è il caso di Serra, ad esempio – uno deve garantire la presenza in ospedale; ricevere i pazienti privatamente; tenere qualche lezione agli infermieri, o magari seguire pure qualche corso di aggiornamento; ed occuparsi dell’amministrazione pubblica.
No, non è possibile, a meno che non ci si chiami Mandrake o non si voglia dedicare all’amministrazione pubblica solo il tempo libero, qualche ora ritagliata qua e là in barba alle necessità dell’ente per il quale i cittadini hanno espresso il loro voto.