Viterbo al voto: è più di un rinnovo di amministrazione, è la possibilità di essere protagonisti del futuro della propria comunità. Ci auguriamo per questo che la gente vada a votare guardando a tre cose: onesta, capacità dei candidati e progetto di città che propongono.
I cittadini non possono dare fiducia a una candidatura a sindaco di corto respiro, che non mostra afflato ideale e progettuale, che è un coacervo di interessi particolari; che è un intrigo di favori, di promesse e di aspettative; che è un intreccio di potere fondato sulle clientele che derivano dalla gestione di enti diversi; che è la riproposizione, da parte di chi è almeno da oltre tre lustri in politica ed in Comune, della vecchia politica, quella che pensavamo superata, la politica dell’io ti do e tu mi dai. Non si può votare un candidato a sindaco che, se gli si chiedi cosa ha fatto fino ad oggi, cosa ha realizzato per gli altri in questi decenni di politica e Comune, non sa rispondere. Un candidato a sindaco che invece, al contrario, se gli chiedi della sua carriera personale, della sua professione privata e dei suoi incarichi, avrà molto da dire.
E’ in questo prevalere dell’interesse particolare sul generale che sta ciò che non può e non deve essere premiato. Non si può, in questo quadro, neanche non evidenziare il carattere del rancore di chi si presenta contro e non a favore di qualcosa: dietro i vittimismi di facciata, c’è infatti la volontà arrogante di punire chi non si fa suddito e la pensa diversamente. Non si può infine dar fiducia al candidato a sindaco che, come in un gioco di specchi, basa la propria ricerca del consenso su candidati in lista che sono controfigure di altri magari troppo ingombranti per metterci la faccia perché appartenenti ad altro schieramento politico.
A tutto ciò i cittadini devono dire no, devono rispondere che è ora di cambiare.
Raniero Gatti