Sarà il pedaggio da pagare all’accordo con la Lega, sarà che il tema a Viterbo è sempre caldo, fatto sta che nell’agenda politica di Giovanni Arena, se sarà eletto sindaco, le priorità sono rappresentate dai temi della sicurezza e dell’ordine pubblico. Al Viterbese Arena confida che una delle prime mosse della nuova amministrazione potrebbe essere un censimento di tutti gli stranieri residenti sul territorio comunale: “Vogliamo tenere sotto controllo chi entra e chi esce – spiega il coordinatore comunale di Forza Italia – e vogliamo farlo in collaborazione con la prefettura. Oggi non abbiamo numeri certi sugli immigrati ospitati nella nostra città ma ragionevolmente pensiamo che la quota del 3 per mille, previst nell’accordo tra Viminale e Anci, sia stata superata. Promuoveremo anche un’attività di controllo delle residenze. Vogliamo sapere chi alloggia dove”.
Nel programma del centrodestra c’è ovviamente il termalismo: “Intendiamo sbloccare una volta per tutte la pratica delle ex Terme Inps, che in questi anni è rimasta bloccata nei cassetti dell’amministrazione”, dice Arena, che promette interventi incisivi anche per il rilancio del centro storico.
L’aspirante sindaco di Forza Italia potrà contare anche su una sponda importante a Bruxelles, rappresentata dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. “Gli ultimi fondi europei arrivati a Viterbo sono quelli del Plus durante l’amministrazione Marini. Contiamo di bissare quell’esperienza”.
Secondo Arena fondamentale sarà che la prossima giunta dia un segnale di discontinuità nei primi cento giorni. “I cittadini hanno bisogno di percepire subito il cambiamento, partendo dalle piccole cose quotidiane, quelle che poi, a conti fatti, segnano la differenza”.
Il candidato del centrodestra promette infine che metterà olio nel motore della macchina amministrativa, oggi arrugginito e sotto organico: “Di 9 dirigenti ne sono rimasti 4, di cui uno in uscita. In questi anni si è registrata una vera e propria fuga dai vari settori del Comune. Se sarò eletto la prima cosa che farò è parlare con i dipendenti e ascoltare le loro istanze. Conosco bene la macchina, so quali sono i pregi e i difetti delle varie professionalità. Cercherò di ricreare un clima di collaborazione, valorizzando le competenze dei singoli”.
Quanto ai dirigenti da reintegrare, le strade da seguire saranno due: “Prima cercheremo di individuare professionalità attraverso la mobilità. Se non sarà possibile, faremo i concorsi”.