“Sono seduto sul bidet e fisso l’oblò della lavatrice. Dentro ci stanno i panni bianchi accumulati dopo una settimana in cantiere; dopo diversi cicli di lavaggio e quantità folli di detersivo il risultato è imbarazzante. Una domanda mi tormenta: ma come cazzo fate a credere alla biowashball?”.
Se Massimo Erbetti, candidato a sindaco del M5S, come ogni papà apprensivo il giusto, avesse sbirciato di tanto in tanto la bacheca Facebook del figlio Federico, magari avrebbe colto in tempo i segnali di un disagio. I segnali che quel figliolo apparentemente modello, studente di archeologia all’università La Sapienza di Roma, stava deviando dalla retta via, quella che un giorno porterà – soprattutto se, come sembra, dovesse nascere il governo M5S-Lega – all’avvento sulla terra del regno di Gaia, secondo l’ormai celebre profezia casaleggiana. La biowashball, per chi non lo sapesse, è la pallina magica che promette lavaggi in lavatrice senza detersivo. Tanto scetticismo del ragazzo nei confronti di uno dei pilastri, insieme alle scie chimiche e alle teorie del complotto universale, della saggezza grillina, avrebbe dovuto allarmare il genitore. Invece.
Invece il disagio del povero Federico alla fine è sfociato nei giorni scorsi in un gesto estremo: la scelta di candidarsi in una delle due liste civiche di Francesco Serra. In pratica con gli scissionisti del Pd. Fortuna ha voluto che, prima che il dramma si consumasse, qualcuno andasse a spifferare tutto a papà Massimo. A quel punto un cordone familiare e sanitario è stato steso intorno al giovane Erbetti il quale, piuttosto che finire strozzato, ha deciso di ritirare la candidatura in extremis. Salvando la pace familiare e probabilmente anche quella nel mondo.