Il consigliere regionale Enrico Panunzi e la sinistra del Pd che ha aderito alla mozione Orlando (la minoranza) alla fine non sono dunque pervenuti. Nessuna traccia di loro nella lista ufficiale del partito, che candida a sindaco Luisa Ciambella, espressione della maggioranza renziana. I dodici posti su 32 che gli erano stati riservati sono stati per questo motivo occupati da altri esponenti della maggioranza. A nulla sono valsi gli appelli all’unità, né è servito il grande lavoro di diplomazia messo in campo per evitare ciò che potrebbe configurarsi come una sorta di scissione embrionale.
Sapremo nelle prossime ore qual è la scelta verso cui si sono orientati: se hanno optato per la presentazione di una lista alternativa, come da più parti si mormora, o più semplicemente se si sono limitati a dirottare personaggi del loro entourage in liste avversarie del Pd, come lo è Area civica che appoggia Filippo Rossi. Sia nell’uno che nell’altro caso, se a scendere in campo saranno degli iscritti veri e propri, per tutti si renderà inevitabile l’espulsione. D’altro canto, i regolamenti parlano chiaro: nel momento in cui si sceglie di non seguire le decisioni votate a maggioranza, arrivando addirittura ad ostacolarle con iniziative esterne, ci si mette automaticamente fuori.
I prossimi giorni ci diranno soprattutto un’altra cosa, ossia se l’aver deciso di non partecipare alla lista del Pd sia l’anticamera della formazione appunto di un nuovo soggetto politico, quel partito, auspicato per quanto concerne il Lazio – così si dice – dallo stesso Nicola Zingaretti, in cui dovrebbero confluire tutti gli ex Ds che non si riconoscono nel Pd di Renzi. Ad avallare questa tesi c’è il ritorno dietro le quinte di Ugo Sposetti. Sarebbe lui, qui nel Viterbese, il regista della posizione assunta da Panunzi e dalla minoranza, compresi Alessandro Mazzoli e tutti gli altri della cerchia dell’ex senatore. Non possono peraltro sfuggire le continue esternazioni di Sposetti contro Renzi, che a più riprese ha definito indegno e delinquente.
Sono momenti concitati, questi, per il Partito democratico. Se venissero confermate le voci dell’uscita dal partito della mozione Orlando si capirebbe il perché di tanto ostracismo contro Luisa Ciambella, un ostracismo che quindi ci sarebbe stato per qualsiasi altro candidato, dato che non sarebbero in discussione le persone in quanto tali, ma le loro collocazioni all’interno della geografia democrat.
Come detto, la lista del Pd è comunque salva. Alla segretaria dell’Unione comunale Martina Michella, detentrice del simbolo e del nome, il compito adesso di dirigere tutta la macchina organizzativa per affrontare al meglio l’appuntamento con le urne il 10 giugno.