Ora la Lega, come il coordinatore regionale Francesco Zicchieri e quello provinciale Umberto Fusco specificano chiaramente nella nota con cui nel primo pomeriggio di ieri hanno annunciato il ritiro di Usai dalla corsa, si aspettano un analogo passo indietro da parte di Giovanni Arena.
“La Lega territoriale, in totale accordo con i vertici nazionali,- si legge in una nota – rivendica per la città di Viterbo un candidato che sia non solo espressione del partito ma anche di tutti i cittadini che chiedono un forte cambiamento”. In pratica i salviniani rinunciano ad Usai ma non al candidato. Fusco estrarrà il nuovo coniglio dal suo cilindro nella conferenza stampa convocata per domani alle 12 nella sede del partito in piazza Verdi. Stando alle indiscrezioni, il candidato stavolta dovrebbe rispondere al nome del giovane avvocato Luca Marcoccia, che era già stato inserito nella lista a supporto di Usai. Un nome pesante, quello di Marcoccia. Rampollo di una potente famiglia viterbese, figlio di Francesco Pio, ex sindaco, immobiliarista, architetto, nonché proprietario del più importante istituto di vigilanza della Tuscia. Marcoccia fa parte dell’associazione che ha in gestione le terme del Bagnaccio e, anche se privo di esperienza amministrativa, secondo Fusco sarebbe un nome in grado di portare molta acqua, ovvero voti, al “mulino del Po”.
Ma tra le voci che circolano c’è anche quella secondo cui Fusco domani, anziché un asso, potrebbe calare addirittura un tris, in uno sforzo di massima “generosità” nei confronti degli alleati, ovvero di Forza Italia. In questo tris, sempre stando ai boatos, potrebbe esserci anche il nome di Daniele Sabatini, forzista di fede mariniana, che con la Lega, insieme al Divo Giulio, ha da tempo aperto canali di dialogo. Una proposta che metterebbe in difficoltà Forza Italia, che si troverebbe costretta a rifiutare un cavallo della propria scuderia, per di più provvisto di un buon pedigree, come dimostra il bottino di voti conquistato dall’ex assessore ai servizi sociali alle ultime regionali. Infine il terzium datur, che risponderebbe al nome di Gianmaria Santucci. Il “fondatore di Fondazione”, non è un mistero, gode di una certa considerazione in casa Fusco. Non un personaggio di primissimo pelo ma sicuramente provvisto di quella esperienza amministrativa che manca sia ad Usai che a Marcoccia.