Hai voglia a dire che il candidato del centrodestra si sarebbe conosciuto ieri al termine dell’ennesima riunione di questo fantomatico tavolo presieduto da Maurizio Gasparri. Hai voglia a sostenere che il destino di Viterbo è legato a quello di Terni e Teramo e cioè alla proposta dello stesso Gasparri – volta a superare il braccio di ferro tra le varie forze della coalizione – di inserire il capoluogo della Tuscia all’interno dello scacchiere nazionale con la città abruzzese che andrebbe a Fratelli d’Italia, Viterbo a Forza Italia e Terni alla Lega.
A parte il fatto che messa così ci troveremmo di fronte alla morte della politica sui territori, il che non è quello che serve per rinsaldare un rapporto con gli elettori, e a parte il fatto che certi tipi di spartizioni imposte dall’alto hanno dimostrato che non portano lontano, la verità è che quello che bolle in pentola a Roma ancora non lo sa nessuno. Figuratevi se qualcuno possa prendersi la briga di dire ciò che va fatto o non va fatto a Viterbo. Il punto è che nessuno sa nulla per il semplice fatto che lo scenario da cui dovrebbe prendere vita il nuovo governo è in continuo movimento e resterà in sospeso almeno fino a lunedì mattina quando si conosceranno i risultati delle elezioni in Friuli Venezia Giulia.
In altri termini, il fantomatico lodo Gasparri giocato sulla triangolazione Viterbo-Terni-Teramo (che sembra più una trovata giornalistica che altro) parte dal presupposto che il centrodestra resti unito, tesi avvalorata negli ultimi giorni dalla possibilità di un governo M5S – Pd. Ma se le cose non andranno in questa direzione? Se lunedì mattina, ad esempio, come suggeriscono alcune indiscrezioni, Salvini decidesse di rompere con Berlusconi e di rientrare in partita, forte del muro che i renziani potrebbero erigere contro le pressioni dei poteri forti e dello stesso Quirinale che vogliono a tutti i costi l’accordo con i grillini?
Molto ninteressante al riguardo un articolo di Amedeo La Mattina pubblicato ieri mattina dalla Stampa di Torino dal titolo molto emblematico Accordo con i 5 Stelle senza FI, così Salvini scaricherà Berlusconi.
“La svolta di Salvini – continua La Mattina – è maturata negli ultimi giorni quando è stata sempre più chiara l’intenzione di Berlusconi di boicottare ogni possibile intesa con i pentastellati e di lavorare ‘per un altro, ennesimo inciucio con il Pd’. Senza escludere, da parte dell’ex cavaliere, l’ipotesi del governissimo o dell’esecutivo del presidente che sarebbe ‘un altro esperimento dei tecnici sulla pelle degli italiani’. Questa è la convinzione del segretario della Lega, che è consapevole di non godere della benevolenza del capo dello Stato. (…) Ma al Quirinale, dice Salvini, dovranno farsene una ragione se fallirà, come è probabile, il tentativo di scongelare Renzi e tornerà in primo piano la possibilità di costruire una maggioranza M5S-Lega. E questa volta Salvini non aspetterà la disponibilità di Berlusconi nei confronti dei grillini, ai quali farebbe pulire i cessi di Mediaset o paragonati a Hitler”.
“Le distanze – nota sempre la Stampa – crescono nel centrodestra. Anche le valutazioni delle mosse del presidente della Repubblica sono diametralmente opposte. Intanto vengono sondate in maniera informale le basi parlamentari e il responso è univoco. Giancarlo Giorgetti racconta delle conversazioni tra deputati e senatori della Lega e del Movimento 5 Stelle. ‘Mi dicono che la stragrande maggioranza dei grillini vuole fare il governo con noi. E noi un governo al Paese dobbiamo darlo, non possiamo rimanere senza ancora per settimane’. Gli italiani, aggiunge Salvini, sono ‘ostaggio dei litigi del Pd e delle ambizioni di potere dei 5 stelle’. Ma non chiude la porta in faccia nemmeno all’ambizione di potere di Luigi Di Maio. Sì, perché il leader leghista ora è disposto pure a concedere a Di Maio la presidenza del Consiglio in cambio di forti punti programmatici e ministeri pesanti. Circola pure l’idea di una ‘staffetta’ tra Salvini e Di Maio durante la legislatura. Idea già bocciata dal capo grillino quando era ancora aperto il primo forno. Un’altra ipotesi è che Salvini rimanga fuori dal governo e continui a fare quello che finora ha fatto meglio: il leader di partito, pungolando dall’esterno l’esecutivo”.
Ora dunque voce agli elettori del Friuli Venezia Giulia che, secondo il leader del Carroccio, plebisciteranno con percentuali quasi bulgare il suo ex capogruppo Massimiliano Fedriga. Poi la resa dei conti. Salvini ha messo in conto l’ira di Berlusconi e la retromarcia di Di Maio. Il suo annuncio di voler fare un governo con i grillini sarà accompagnato da un appello a seguirlo in un nuovo rassemblement politico. Nella Lega sono convinti che molti azzurri hanno già la valigia in mano.