“L’ennesima dimostrazione in cui il Pd privilegia la politica delle privatizzazioni alle esigenze dei cittadini”. Firmato Paola Celletti. La portavoce del movimento Non ce la beviamo, nonché candidatura a sindaco con la lista “Lavoro e Beni comuni” , definisce così la minaccia di commissariamento che la giunta regionale guidata da Zingaretti ha inviato ai 29 Comuni della Tuscia che non hanno ancora ceduto il servizio idrico a Talete.
“Ricordiamo che il costo dell’acqua in questi Comuni ammonta a circa la metà di quanto costa laddove il servizio è gestito da Talete, la quale, dal 2007 ad oggi, ha moltiplicato gli aumenti delle tariffe rendendo gravemente oneroso un servizio che, invece, dovrebbe essere accessibile a tutti – sottolinea Celletti -. Ma quel che è peggio è che Talete ‘fa acqua’ da tutte le parti, ad iniziare dalla confusione creata dai ripetuti errori nella tariffazione, sino agli sprechi per perdite causate dalla non idonea manutenzione delle tubature. Per non parlare poi della gara d’appalto per la manutenzione dei dearsenificatori, secondo l’Anac da rifare”.
La Celletti si chiede inoltre perché, se esiste già una società che ha in gestione il servizio idrico, ci sia bisogno ricorrere ad un altro appalto per la manutenzione dei dearsenificatori: “Che fine ha fatto il corso di formazione della ditta che ha realizzato e gestito fino ad ora la manutenzione?”.
“Siamo più che mai convinti che l’interesse dei cittadini non è più rappresentato da questi partiti, subalterni solo a logiche economiche e di spartizione di potere – conclude la candidata a sindaco – Riteniamo che la gestione pubblica e partecipata dai comitati dei cittadini, locali e regionali, sia l’unica via di uscita che possa permettere un più serio controllo sulle tariffe e sulla qualità delle acque”.