Fa rabbrividire la cattiveria con cui alcuni pseudo esperti viterbesi di politica, che tutti i giorni impartiscono lezioni su Facebook, commentano in queste ore la notizia del grave malore che ha colpito l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sottoposto a un delicato intervento chirurgico all’aorta all’ospedale San Camillo di Roma.
Senza citarne i nomi e senza entrare nei particolari dei loro post, troviamo che esultare per la malattia di una persona sia sintomatico della miseria umana che purtroppo ancora oggi è presente nel mondo, nonostante il progresso compiuto dalla scienza e dalla conoscenza e gli sforzi fatti per la crescita morale della nostra civiltà. Si tratta di una miseria che va oltre l’immaginabile.
Indipendentemente dal giudizio che legittimamente ognuno può avere della vicenda politica di una persona – stavolta Napolitano, ma vale per tutti – non è accettabile assistere al vomitare in piazza da parte di soggetti che pure si professano liberali, democratici e, per quanto concerne il loro credo religioso, cristiani e cattolici. Mark Zuckerberg perciò deve ancora lavorare molto per rendere Facebook, oltre che un potente mezzo per l’emancipazione degli uomini, uno strumento non pericoloso in fatto di imbarbarimento che può derivare dal consentire a tutti di esprimere concetti tanto orripilanti.
Colpisce peraltro che a comportarsi così siano per lo più persone di una certa età, anagraficamente vicine a Napolitano, anche se non proprio coetanee. Si potrebbe anche pensare che questa gente sia stata colta da una grave forma di demenza senile – e non si rende conto di quello che dice – in ogni caso se fosse così, anziché lasciargli facoltà di parola di fronte a un pubblico, andrebbero curate e aiutate a vivere una vecchiaia più serena.