Il candidato a sindaco del Movimento 5 stelle Massimo Erbetti propone un assessorato per la riorganizzazione della macchina comunale con l’obiettivo di far lavorare meglio e di più i dipendenti e i dirigenti dell’amministrazione. Soprattutto, per metterli al servizio dei cittadini-utenti, che non sempre trovano vita agevole negli uffici pubblici.
L’iniziativa teoricamente è lodevole: lo sanno anche i sassi che spesso, dietro alle inefficienze che vengono imputate alla classe politica, c’è una classe dirigenziale (derivata dalla politica) che per i motivi più disparati non rema nella direzione auspicata. Capita così ovunque: in Regione, in Provincia, nei Comuni e in tante altre realtà pubbliche.
Al Comune di Viterbo la macchina burocratica è considerata elefantiaca per lunga tradizione, al riguardo esiste una letteratura prodotta negli anni dai giornali che, sebbene si sia fermata alla superficie dei problemi, varrebbe la pena di andarsi a ripassare. Ad affrontare il caso ci ha pensato solo per un breve periodo Giancarlo Gabbianelli, che, appena eletto sindaco, si portò a palazzo tra l’indignazione generale un cane da guardia (l’architetto Armando Balducci) incaricato di mettere ordine tra le fila dell’allegra compagnia che scorrazzava negli uffici.
Ma Gabbianelli – lo sanno tutti – era fascista, motivo per cui, una volta uscito di scena, i nuovi liberali e democratici inquilini di Palazzo dei Priori hanno sfrattato anche il mastino che, nel bene e nel male, aveva cercato di mettere in riga il branco, senza peraltro avere la lungimiranza di portarsene dietro uno di loro fiducia. Con Marini e Michelini la macchina burocratica non solo ha così ripreso pelo, ma a causa di scelte non proprio azzeccate (eufemismo) sembra addirittura aver consolidato il proprio predominio.
Riuscirebbe, Erbetti, se fosse eletto sindaco, ad invertire la rotta? Una cosa è sicura: se a Viterbo si affermerà una stampa, oltre che pronta a sollevare polemiche politiche indotte dalla stessa politica (perché più facili e più remunerative), anche attrezzata a smascherare le furbate di certa gente ne vedremo delle belle. E non è detto che questo, anche sulla scia di un’informazione che pure grazie ai social sta cambiando, prima o poi non accada. Le Iene se venissero a Viterbo hai voglia quanta roba avrebbero da portare all’attenzione dell’opinione pubblica.