di Luisa Ciambella
A 73 anni dalla Liberazione voglio ricordare il 25 Aprile, in questo particolare momento storico, come l’ evento fondamentale per la definizione della nostra identità nazionale. È’ stato un momento di svolta che ha esercitato un’ influenza determinante sulla storia del nostro popolo. La resistenza è stato questo momento che ancora oggi guardiamo non come un illuminante passato ma come radice su cui si fonda il nostro presente ed il nostro futuro. L’ acquisizione della democrazia che costò la vita a tanti uomini e donne, non è qualcosa di stabile e fermo, raggiunto per sempre, ma va continuamente difesa e garantita, approfondendo quei valori di libertà e giustizia che sono la grande aspirazione di tutti gli italiani ancora oggi.
La nostra provincia ha un grande esempio, la medaglia d’oro al valor militare alla memoria, Mariano Buratti, insegnante che pagò con la vita il fatto di avere avuto il coraggio di opporsi al fascismo. Il suo valore fu ancor più profondo perché da insegnante riuscì a trasmettere ai suoi alunni i valori della resistenza, della libertà e il coraggio di non abbassare mai la testa davanti all’oppressore. Quell’insegnamento è ancora più valido oggi, dobbiamo parlare della resistenza e dalla Costituzione ai nostri giovani e dobbiamo interpretare con la nostra vita i valori che l’hanno ispirata.
Aldo Moro, alla costituente, si impegnò in modo determinante perché la nostra costituzione fosse antifascista, e argomentava: “La Costituzione che nasce dalla resistenza deve essere antifascista perché il nuovo stato deve fondarsi su pilastri che sono la democrazia in senso politico, la democrazia in senso sociale,in senso che potremmo dichiarare largamente umano”. Per Moro essere antifascisti significava, e per me significa esserlo ancora oggi, un popolo, una repubblica che pone al centro la dignità umana, sempre. L’antitesi del fascismo.