Chissà se Viva Viterbo il prossimo 10 giugno riuscirà a bissare il successo di cinque anni fa. A giudicare dal clima che si respira la strada stavolta per Filippo Rossi & C. sarebbe meno in discesa del 2013 e infatti all’interno del movimento non manca una certa preoccupazione. Lo stesso Rossi fa di tutto per mettersi in mostra, il che, se in campagna elettorale è comprensibile, palesa pure una certa insofferenza per come si starebbero mettendo le cose. A riprova di ciò è intervenuta di nuova la vicenda giudiziaria che lo vede contrapposto a Gianluca Iannone di Casapound, che qualche anno fa gli rifilò il noto ceffone futurista. In udienza, l’altro giorno, i rispettivi avvocati avevano concordato di mettere una pietra tombale sull’accaduto a patto che Iannone avesse pagato un piccolo risarcimento che Rossi avrebbe poi devoluto al monastero di Santa Rosa. Così aveva reso noto il legale di Rossi, solo che a Iannone non è andato giù che l’accordo sia stato subito spifferato ai giornali e così si è affrettato a chiarire, tramite un comunicato, che Rossi si sarebbe meritato un altro ceffone a causa della strumentalizzazione mediatica che sta tentando di fare sulla vicenda.
Apriti cielo. Immediata, ieri, la replica di Giacomo Barelli, avvocato difensore di Filippo Rossi: “Prendo atto del comunicato di Casapound, contenente dichiarazioni virgolettate attribuite allo stesso Iannone, con le quali, contrariamente a quanto prospettato dal suo legale anche a mezzo stampa, si ‘dichiara indisponibile’ ad un’ipotesi di accordo mediante donazione in beneficenza, ipotesi che aveva portato i rispettivi difensori a richiedere ed ottenere il rinvio dell’udienza del 16 aprile. In assenza di comunicazioni ufficiali da parte del collega di controparte e non avendo niente da commentare in merito alle eventuali legittime dinamiche tra il difensore ed il suo assistito, ci preme stigmatizzare quanto riportato invece tra virgolette come ulteriore dichiarazione attribuita a Iannone, che si riporta testuale: ‘Anzi, visto come si sta ponendo Filippo Rossi, sarebbe quasi da schiaffeggiare di nuovo tanta è la sua impudenza’. Esprimiamo profondo sconcerto e biasimo – conclude Barelli – riservandoci fin da ora ogni azione a tutela di Filippo Rossi e della sua incolumità personale”.
Ora, a parte che chi fa beneficenza non dovrebbe dirlo in giro, non si comprende dove, nel comunicato in questione, Casapound abbia minacciato Rossi. La sensazione è che Iannone abbia messo il dito nella piaga, avendo ben capito il fine di questo ennesimo polverone mediatico. Anche perché, come detto, le opere di bene chi le fa credendoci davvero non le mette sulla pubblica piazza.