Le opportunità ma anche i rischi. A pochi giorni dall’annuncio da parte della Ferrero di voler aumentare la produzione nazionale di nocciole del 30% entro il 2025, oggi nella sala consiliare del Comune di Nepi (dalle 9 alle 13) si parlerà delle opportunità e dei rischi legati all’estendersi della corilicoltura nella Tuscia. Una coltura che fino a pochi anni fa era concentrata prevalentemente nell’area dei Cimini, quella climaticamente più vocata, ma che negli ultimi tempi, complici l’acquisizione da parte della multinazionale di Alba dello stabilimento Stelliferi di Caprarola e l’aumento dei prezzi, si sta diffondendo a macchia d’olio anche a basse quote.
Il piano della Ferrero si chiama Progetto Nocciola Italia e prevede nel giro di 7 anni lo sviluppo di 20 mila ettari di nuove piantagioni di noccioleti, circa il 30% in più dell’attuale superficie. L’annuncio è stato accolto con entusiasmo da parte dei corilicoltori viterbesi e dalle associazioni di categoria, per le ricadute economiche che questo aumento della produzione potrà aver sul territorio viterbese, ma c’è anche chi mette in guardia dai rischi della monocoltura. Rischi legati a uno stravolgimento ambientale ma anche all’abuso di fitofarmaci e diserbanti nei campi coltivati a nocciole.
Di tutto questo si parlerà stamani a Nepi nel corso dell’incontro internazionale sulla filiera della nocciola organizzato dal Biodistretto della Via Amerina in collaborazione con l’Arsial e con il Comune nepesino. Interverranno le organizzazioni di produttori della Turchia, della Georgia e dell’Italia, insieme ai rappresentanti degli enti locali e regionali.