Criticare Dibba di questi tempi è un po’ come criticare Marco Mengoni o Justin Bieber: si rischia il linciaggio, sui social nella migliore delle ipotesi, nella realtà nella peggiore. L’ex deputato a cinque stelle vanta infatti stuoli di fan agguerritissimi e ferocissimi. Ma siccome qui al Viterbese il fegato non ci manca, abbiamo osato ironizzare sulla singolare forma di cosmopolitismo che caratterizza l’icona pop della politica italiana, che cambia patria a seconda del posto in cui si trova. L’altro giorno si trovava in Umbria e si è attribuito origini umbre. L’unica patria che Dibba disconosce è l’unica che invece dovrebbe appartenergli: Civita Castellana, dove vive e ha sempre vissuto la sua famiglia.

Ci è di conforto in questa nostra tesi anche il professor Enea Cisbani, grande esperto di cose civitoniche. “L’ex onorevole Alessandro Di Battista – ha scritto Cisbani sulla nostra pagina Facebook – è nato a Roma. La famiglia, dunque, il padre Vittorio e il nonno paterno, il mai dimenticato professore Fabio Di Battista, docente di scienze all’Istituto statale d’arte di Civita Castellana, sono di Civita Castellana e compaiono nell’anagrafe cittadina già dal XVIII secolo. In particolare la famiglia Di Battista si è sempre distinta nel commercio e in particolare nell’imprenditoria ceramica”.
Ringraziamo il professor Cisbani per averci fornito la preziosa notizia storica. Ci scusiamo invece con tutti i cittadini di Civita Castellana che si sono sentiti offesi dall’epiteto di caput cessi che abbiamo affibbiato alla ridente capitale dell’agro falisco. Posto che produrre cessi è attività commendevole almeno quanto usarli, ci siamo dimenticati dell’altra produzione locale per cui Civita Castellana è universalmente conosciuta: il carnevale più pazzo del mondo dopo quello di Rio Janeiro.
Ci sfugge invece il senso e il motivo del risentimento del signor Umberto Ciucciarelli, che non ci risulta sia di Civita Castellana ma che si è sentito lo stesso toccato dalla nostra “offesa gratuita”, peraltro inesistente. Visto tanto attaccamento alla città delle ceramiche, suggeriamo al sindaco Angelelli di concedere al Ciucciarelli la cittadinanza onoraria. Certo non sarà come avere Dibba, ma nella vita bisogna sapersi accontentare.