“Con Filippo Rossi non ci parlo da due anni. E comunque non sta scritto da nessuna parte che io debba allearmi con il Pd. Così come non sta scritto da nessuna parte che io debba ricandidarmi. Ci sto ancora pensando”.
A parlare è Livio Treta, consigliere comunale e vicepresidente della Provincia in quota Moderati e riformisti. E’ lui l’uomo su cui in questi giorni si concentrano i sospetti di intelligence con i movimenti nemici di Chiara Frontini e di Filippo Rossi in vista di una ipotetica grande ammucchiata civica alle comunali del 10 giugno.
Il coordinatore dei Moderati e riformisti Stefano Bonori, in una intervista al Viterbese, è stato chiaro: l’alleanza tra Mori e Pd è strutturale, chi inciucia con altri si pone automaticamente fuori dal movimento.
Treta non si sente però chiamato in causa: “Ricordo che io sono stato eletto con i Moderati e riformisti in Provincia non in Comune, dove invece cinque anni fa mi presentai con la mia lista civica dei diritti. Probabilmente certe chiacchiere nascono proprio dalla mia appartenenza a questa lista, della quale peraltro non ho nemmeno la titolarità del marchio”.
“E’ possibile – continua il vicepresidente della Provincia – che qualcuno abbia pensato a una grande aggregazione tra civici mettendoci dentro anche la mia lista. Ma io non ho ancora nemmeno deciso se ricandidarmi. In ogni caso, per quanto mi riguarda, l’alleanza con il Pd non sta scritta nel vangelo”.
Insomma, non parlerà con Filippo Rossi da due anni, Treta, ma le mani sembra volersele tenere libere. Con buona pace degli avvertimenti di Bonori.