Non vuole fare il processo alle intenzioni, ma se l’intenzione di qualcuno dei Moderati e riformisti (leggi: Livio Treta)è mollare l’alleanza col Pd per gettarsi nelle braccia del civismo di destra, la sentenza è già scritta: l’espulsione dal movimento.
Il numero uno dei Mori Stefano Bonori smentisce qualsiasi ipotesi di cambio di rotta del suo movimento. C’è chi ha parlato e scritto di un divorzio imminente tra i Moderati e riformisti e il Partito democratico, con i primi pronti a un’alleanza con il movimento di Chiara Frontini (Viterbo 2020) e con quello di Filippo Rossi (Viva Viterbo).
Niente di piùlontano dalla realtà, secondo Bonori: “L’alleanza con il centrosinistra e con il Pd è ormai strutturale – chiarisce il coordinatore provinciale del Mori -. Lo è dopo la vittoria ottenuta in Provincia grazie ai 90 amministratori della Tuscia che hanno scelto di sostenere questo progetto unitario, e lo è ancora di più dopo che, venerdì scorso, l’unione comunale del Pd ha espresso all’unanimità un giudizio positivo su cinque anni di amministrazione Michelini, della quale noi Moderati e riformisti siamo stati parte integrante, esprimendo anche un assessore (Maurizio Tofani, ndr)”. Non ché, almeno fino all’abbandono della presidenza del movimento, lo stesso sindaco Michelini.
Ciòdetto, Bonori ammette che non è in grado di controllare le mosse di qualcuno che, “a titolo personale”, potrebbe cambiare sponda politica. Il riferimento è a vicepresidente della Provincia, nonché capogruppo dei Mori a Palazzo Gentili, Livio Treta, ma non solo a lui: “Di fronte a certi atteggiamenti opportunistici, non possiamo poi sorprenderci del crescere dell’antipolitica. Il trasformismo lasciamolo a qualcuno altro, che dopo aver sostenuto per 4 anni e mezzo in maggioranza ha deciso improvvisamente che quella Michelini era una giunta di incapaci”. Indovinate con chi ce l’ha.