Abbassare le tasse e migliorare la qualità dei servizi. Riportare gli uffici comunali nel centro storico e accorparli tutti nell’ex tribunale di piazza Fontana Grande. Riaprire al traffico via San Lorenzo e lasciare le tavole di Sebastiano del Piombo lì dove sono: al museo civico.
Questa, in sintesi, la ricetta del candidato a sindaco di Fondazione Gianmaria Santucci per il rilancio della città. Santucci, che ha trasformato il suo movimento in un grande contenitore di liste civiche, non fa parte della delegazione che siede al tavolo di trattative con gli alleati: Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord. Al suo posto ci sono Paolo Barbieri, Sergio Insogna e Alessandro Casertano.
“Non sto seguendo direttamente il confronto ma da quello che vedo tutto questo nervosismo che qualcuno descrive non c’è – dice Santucci al Viterbese -. C’è una discussione aperta e serena, ogni forza politica ha proposto una propria candidatura e si sta lavorando su un programma condiviso. Lo spostamento al 10 giugno della data delle elezioni ci dà inoltre un po’ più di respiro”.
Nel programma di Fondazione c’è innanzitutto un piano per defiscalizzare le imprese: “Pensiamo a sconti Imu del 30% per chi assume e del 25% per i negozi che pagano l’affitto dei propri locali”. Ci sono poi 8 milioni di euro da investire sulle strade colabrodo e c’è un piano per riportare tutti gli uffici comunali, oggi dispersi in giro per la città, all’interno delle mura: “Gli uffici di via Garbini potrebbero essere trasferiti nell’ex tribunale come quelli di Palazzo dei Priori, che verrebbe destinato alle sole funzioni di rappresentanza. A quel punto avrebbe senso – continua il consigliere comunale – non solo portarci le opere di Sebastiano del Piombo ma l’intero museo civico. Spendere 600 mila euro per ospitare due tele a mio avviso sarebbe solo uno spreco di denaro, considerati anche gli attuali flussi turistici”.
Quanto alla ztl, la chiusura di via San Lorenzo, secondo Santucci, così com’è non ha senso: “E’ nelle ore serali della movida e del fine settimana che la strada andrebbe chiusa alle auto, così da mettere fine alla sosta selvaggia, non durante il giorno quando, soprattutto d’inverno, non gira un’anima.